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5 NOVEMBRE 09
 
Carissimi tutti,
 
mi è capitato di tenere in stallo 9 gattini calabresi alluvionati, diretti al nord. Arrivati in treno a Roma dovevate vedere tutta la cura e l'attenzione che le volontarie in Calabria hanno messo nel prepararli per il grande viaggio. Un trasportino, comprato a loro spese tipo trolley con ruote, dentro una lettiera adattata e protezione sotto con tappeto igienico e  panni di lana per tenerli al caldo. A parte tutte le cure, il cibo, le siringhe, le creme, gli antibiotici orali, pure lo scottex!
Poi, le storie di ciascun gatto con la descrizione, le cure da fare, com'è stato trovato ecc. Ce ne erano di piccolissimi con un occhietto perso. Uno scarafaggio nero con l'esile  collo che sembrava quelli dipinti da Modigliani, lungo e secco. Queste ragazze hanno fatto quanto di meglio potessero fare in un ambiente che immaginiamo in gran parte ostile sia agli animali e soprattutto ostile alle persone che se ne occupano.
 
C'è tanta gente intollerante, come vediamo nelle cronache, che se ne libererebbe con tutti i mezzi tranne che con le sterilizzazioni, naturalmente. Ci vuole un bel pelo sullo stomaco a uccidere queste piccole creature indifese ma i mostri non mancano mai. Il primo che parla male dei volontari si deve vergognare. Sono persone che studiano, che guadagnano poco o niente. Dopo tutto questo lavoro ci si augura che le persone di coscienza che adottano questi animali abbiano l'ispirazione di far loro una offerta, che non ci sembrerebbe disdicevole.
Va bene che i volontari sono santi e milionari per tanti ignoranti ma tutti vanno in farmacia o dai veterinari e sanno quello che costa. Per non parlare delle spese di trasporto. Chi dice che è una libera scelta ha ragione. C'è chi prova compassione e chi volta lo sguardo, questione di scelte. C'è chi non batte ciglio di fronte a un muso distrutto dagli spari e chi cerca di salvare la vita al proprietario del muso.
 
Possiamo dire che ci sembra più degno di essere chiamato uomo chi prova pietà? 
 
Nicoletta

 

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