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14/3/2011 
I turchi e il loro grande rispetto per gli animali 
  
Alcuni lettori in questi giorni mi hanno chiesto non solo di parlare dei principali avvenimenti di cronaca e politica nei miei post, ma anche di raccontare la quotidianità dei turchi, intesa come le loro tradizioni, le loro abitudini, la cucina etc.
Mi sembra un’osservazione molto giusta e infatti inizio da oggi, anche per darvi una bella notizia. Uno dei lati più ammirevoli dei turchi è il loro grande rispetto e amore per gli animali, soprattutto per i gatti. Un aspetto della società della Mezzaluna che può essere interessante, soprattutto se si pensa come, tutte le estati, l'Italia sia afflitta proprio dal problema dell'abbandono degli animali.
 
Non c’è angolo della Mezzaluna dove un amico a quattro zampe non abbia un condominio, un negozio, un ristorante o una moschea che non si prenda cura di lui. Si va dal kit di sopravvivenza (cibo e acqua) all’acquisto di collarini antipulci che i privati citadini pagano di tasca propria pur di tenere lontano i gatti da pericolosi parassiti. In alcuni quartieri sono organizzate delle e proprie squadre di soccorso, che costruiscono anche cucce nelle aiuole, in modo che i mici abbiano un posto dove ripararsi nelle sere più fredde.
 
Anche i cani godono di protezione e affetto. I randagi che vedete in giro per Istanbul e la Turchia moderna vengono tutti dalla famiglia del pastore del Caucaso. Sono cani di grande stazza, a volte incutono un po’ di paura, ma non fanno nulla, almeno non agli uomini e soprattutto sono tutti vaccinati dal comune, quindi non portano malattie. Se li osservate bene infatti, vedrete sul loro orecchio una specie di targhetta rossa: è la prova che hanno ricevuto tutti i trattamenti per non trasmettere malattie. A volte può capitare di vederli litigare fra di loro, e lì fanno oggettivamente un po’ di paura, oppure cercano di spaventare i cani di taglia più piccola. Ma finisce lì.
 
Adesso che le condizioni economiche della gente stanno migliorando progressivamente, anche in Turchia si sta diffondendo l’uso di avere un proprio animale domestico, senza dimenticarsi di quelli che stanno fuori. E in molti quartieri ormai veternari e negozi che vendono prodotti per animali fanno parte dell’arredo urbano.
 
Ebbene ho deciso di uniformarmi anche io, realizzando anche un mio grande sogno, che mi porto dietro da quando ero bambina, ossia quello di avere un gatto. Ne ho raccolto uno dal marciapiede domenica. Era in evidente stato di denutrizione e provato dal freddo polare che ha investito Istanbul nei giorni scorsi. Andava dietro a tutti i passanti, nella speranza che qualcuno lo accogliesse in casa propria. Quando ho aperto la porta del mio appartamento è scattato dentro e si è piazzato sul divano. Adesso lo stiamo portando dal veterinario, è un po’ malconcio, ma sembra sano, con buone possibilità di totale ripresa ed è un gran giocherellone. Ha circa 4 mesi ed è un maschietto. Lo abbiamo chiamato Erdogat.
MARTA OTTAVIANI 
 
La Stampa

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