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Mia moglie ed io siamo una coppia di gattari.
Fino a sette, otto anni fa personalmente non sopportavo questi animali, ma nel 2004 l’arrivo di Zac, un micetto di 45 giorni, portato in casa dalla figlia di mia moglie (amante dei mici da tempo), mi ha cambiato profondamente (non mi sarei mai aspettato una pet therapy alla tenera età di 53 anni, ma è esattamente quello che è successo).
 
Bene, al momento, oltre a Zac, abbiamo altri quattro bellissimi amici: Bianca (di nome e di fatto, la matriarca della situazione, di cui non conosco l’età, dato che me la sono trovata in giradino un paio d’anni fa e, come succede in questi casi, ci ha adottati), Birba, un bianco di diciotto mesi, e due grigi di sei, Gigi e Ciccio, tutti figli di Bianca (che nel frattempo siamo riusciti a sterilizzare!) Vivono tutti nella veranda di casa e sono apparentemente felici, salvo qualche piccolo problema di convivenza tra il decano di casa, Zac, e i due bianchi, che però speriamo di risolvere col tempo.
Coll’approssimarsi del capodanno è naturalmente iniziata una delle attività elettive degli imbecilli di tutte le età: i botti.
 
Ovviamente mia moglie ed io abbiamo iniziato a preoccuparci, soprattutto per i due grigi, che avendo sei mesi e non ancora vissuto  quest’esperienza, non sapevamo come avrebbero reagito.
Per la verità Ciccio, il più grosso dei due cuccioli (per la sua età è veramente un “gattone”) aveva trascorso il pomeriggio appollaiato su un muretto perimetrale, apparentemente più incuriosito che spaventato dal frastuono. Ma è anche vero che fino a che siamo stai in casa, prima di andare da amici per la serata, di botti veramente forti non se n’erano sentiti.
Confidavamo nel fatto che essendo in compaglia della madre e in una situazione sufficientemente riparata, avrebbero superato la prova. Avevamo anche lasciato la radio accesa per fargli “sentire” una presenza umana.
Siamo rientrati verso le due e, appena parcheggiata la macchina, abbiamo visto con piacere saltar fuori dapprima Bianca e poi Birba assieme a Gigi (nonostanrte la differenza di età stanno diventando inseparabili). Tuttavia nessuna traccia di Ciccio e col passare dei minuti prima e delle mezz’ore poi, abbiamo iniziato a preoccuparci. Ho girato attorno alla casa e per la zona un paio di volte chiamandolo, ma senza risultato A quel punto le ipotesi peggiori hanno cominciato a prendere corpo: una fuga per lo spavento (la più probabile), un ferimento, un incontro con qualche cane, un investimento da una macchina...
 
Non potendo per il momento fare altro siamo andati, si fa per dire, a dormire (naturalmente ci siamo riusciti poco e male). La mattina dopo mi sono alzato alle sei, l’ora alla quale di solito gli do la colazione, ma di Ciccio nessuna traccia. Abbiamo terascorso un dei peggiori capodanni della nostra vita. Io ho ripercorso varie volte le strade del consorzio in cui viviamo, ma Ciccio era sparito e la nostra pena per il fatto  che potesse essere affamato o addirittura ferito (e per di più bagnato, visto che a Roma il primo dell’anno ha piovuto praticamente tutto il giorno) non faceva che aumentare.
Verso le quattro del pomeriggio sono dovuto uscire per una commissione nei pressi. Al mio ritorno, come al solito, riconosciuto il rumore dalla macchina, Bianca, Birba e Gigi mi cono venuti incontro sul vialetto di casa. Stranamente non si sono fermati a salutarmi ma hanno proseguito e sono usciti tutti e tre dal cancello scomparendo in varie direzioni. Dato che quando torno a casa non lo fanno mai, ho pensato che stessero quasi andando a cercare Ciccio. Dopo un’oretta Bianca e Birba sono riapparsi sulla veranda apparentemente tranquilli, ma a questo piunto senza Gigi.
Sempre più preoccupati, ci chiedevamo dove fossero finiti tutti e due e abbiamo iniziato a conttattare i vicini gattari come noi per un passaparola di osservazione. Le ore passavano senza nessuna traccia dei fuggitivi.
 
Ormai c’eravamo rassegnati ad affrontare la solita trafila di quando un amico a quattro zampe scompare e non hai l’idea di dove sia andato a finire: richieste agli amici gattari, fotografie nei negozi della zona e così via. I nostri gatti hanno sempre vissuto liberi e non intendiamo limitarne i movimenti. Sarebbe una crudeltà inutile, pur rendendoci conto che corrono certamente più rischi che stando in casa.
Verso le nove di sera ancora nessun segno dei due: la giornata si andava concludendo e prometteva di chiudersi in un clima molto pesante, ed essendo il primo dell’anno, certamente non di buon auspicio, sopratutto per i nostri mici.
Alle nove e mezzo improvvisamente sentiamo un certo tramestio fuori dalla porta di casa: non osando sperare, siamo andati ad aprire e finalmente ce li siamo trovati davanti. Ciccio e Gigi che saltellavano sullo stuoino per la fame. Ovviamente a quel punto li abbiamo inondati di cibo e coccole e c’è stato un vero e propio party, per partecipare al quale gli altri non si sono fatti pregare. Naturalmente Ciccio era il più affamato di tutti e si è letteralmente buttato su umido e croccantini.
 Inutile dire che ci siamo goduti il loro pasto frenetico e la gioia di ritrovarsi tutti insieme. E finalmente abbiamo capito che la seconda notte dell’anno avremmo potuto dormire.
Non so quanto sia vero, m a ho l’impressione che a un certo punto Gigi sia andato a cercare il fratello, al quale è molto legato, che se lo sia quasi andato a riprendere in un posto noto solo a loro e nel quale il povero Ciccio doveva essersi rifugiato per paura dei botti.
Resta il fatto che per una storia di capodanno finita bene, troppe ne finiscono male e soprattutto l’imbecillità di molti (cosiddetti) esseri umani sembra non conoscere limiti.
L’anno prossimo penso che trascorreremo il capodanno in casa, con i nostri amici, tentando anche di limitare l’attività di tutti i deboli di cervello che non conoscono altro modo di esprimersi se non quello di produrre rumori molesti e pericolosi, più o meno come le loro inutili esistenze.
 
Buon anno a tutti
 
Massimo

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