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E’ PIU’ PERICOLOSO UN CINGHIALE NELLA VIGNA O UN CACCIATORE CHE SPARA NEL TUO TELEVISORE?
Nelle Langhe, terra di vini, il pericolo si vive durante tutta la stagione venatoria.  
   
Domenica 3 ottobre 2010 nelle campagne di Novello (CN) è in corso una battuta al cinghiale. Un proiettile sparato da un cacciatore attraversa una vigna, una strada provinciale, un giardino, perfora il vetro di un salotto, perfora il pannello posteriore di un televisore e qui si ferma. Il televisore continua a funzionare. In casa vi sono due persone anziane, S.F. di anni 85, la moglie, la badante, parenti ed amici. I Carabinieri della Stazione di La Morra, successivamente intervenuti, tolto il pannello posteriore al televisore recuperano la palla franca da cinghiale. Le guardie venatorie della LAC di Cuneo hanno inoltrato denuncia alla Procura della Repubblica di Alba per esplosioni pericolose. L’inchiesta non è ancora conclusa.
 
Il cacciatore incosciente che ha sparato è solo l’ultimo responsabile di un fatto così grave. La zona interessata è classificata come ACS - Area di Caccia Specifica alla volpe e al cinghiale. Trattasi di colline intensamente coltivate a vigneto. Qui vengono prodotti il Dolcetto, il Barolo, il Barbera, il Nebbiolo, vini rinomati e conosciuti in tutto il mondo. L’area è tutt’altro che disabitata, è attraversata da strade ed è disseminata di cascine. La domenica torpedoni di turisti scaricano visitatori da ogni parte d’Italia e d’Europa. Ai primi giorni di ottobre la stagione della vendemmia è in pieno svolgimento.
 
La caccia in battuta al cinghiale è una delle forme di caccia più pericolose. E’ causa ogni anno di morti e feriti per l’alta concentrazione numerico di partecipanti e per carabine armati la cui gittata può raggiungere i mille metri di distanza. Aumentano anche durante la stagione venatoria gli incidenti d’auto causati dai cinghiali: lo ha certificato la stessa Provincia di Cuneo. I cani dei cacciatori disperdono questi ungulati costringendoli a spostarsi incessantemente.
Qualcuno a Novello sostiene che anche il Sindaco del paese fosse in prima linea ad assistere dalla strada alla battuta di caccia, quasi fosse un avvenimento folckloristico.
Come è possibile autorizzare simili eventi in zone così densamente popolate e in pieno periodo di vendemmia?
 
Ogni anno almeno 50 morti e centinaia di feriti caratterizzano in Italia l’attività venatoria.
Ma in Italia il problema “sicurezza” non era una priorità?
La società civile si ribelli contro questa selvaggia militarizzazione delle campagne. Si faccia pace con la natura e gli animali.
I fucili da caccia restino appesi al chiodo.
 
Roberto Piana
Presidente della LAC Piemonte
AnimalieAnimali
 

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