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Non c'è trippa per gatti e tira brutta aria per i micioni di Roma.
  
Il Campidoglio avrebbe bloccato i fondi per la loro sussistenza, l'ufficio preposto non dà risposte certe e i volontari non sanno a quale santo votarsi. Così, non rimane che rivolgersi direttamente al sindaco certi che saprà dare risposta e assicurare la sopravvivenza ai gatti più sfortunati.
 
Questo spera Matilde Talli presidente dell'Arca, l'associazione che gestisce l'Oasi felina comunale di Porta Portese che ospita 250 gatti.
«Da un mese il Comune ci ha tolto persino il telefono fisso, i fondi comunali sono bloccati, e non abbiamo certezze per il futuro, nessuno ci dice nulla, né ci rassicura. Non abbiamo più i soldi per pagare il veterinario extra, per anticipare i costi di medicinali, cibo e personale - spiega la Talli -.
La Asl RmD ha ridotto a un giorno a settimana l'assistenza veterinaria garantita fino a quel momento sei giorni su sette, ma ora non possiamo più pagare il veterinario extra per mancanza di fondi».
Le esigenze sono tante e l'Oasi felina è dal 2003 punto di riferimento per accogliere i felini di strada, quelli feriti, quelli malati e operati. «I miei gatti non ce la fanno più - dice la donna - e anche noi siamo allo stremo.
Qualcuno ci aiuti e ci faccia sapere chi può ascoltarci».
     
Intanto le emergenze sono all'ordine del giorno, e in estate i problemi si amplificano per quantità e drammaticità. Per questo occorrono risposte immediate e decisioni urgenti. I gatti romani non possono più aspettare.
  
Cinzia Tralicci
  

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